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L'IMPERO COLPISCE
(THE EMPIRE STRIKES BACK)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 2 ottobre 1980
 
di Irvin Kershner, con Harrison Ford, Mark Hamill, Carrie Fisher, Alec Guinness (Stati Uniti, 1980)
 
Questa serie di "Guerre stellari", prevista in numerosi episodi dei quali questo è il secondo, questa saga della quale la lunghezza, la dimensione imponente è un elemento determinante, è presa, nelle intenzioni degli autori, assai seriamente. Si tratta di un preambolo importante: per Lucas e amici queste avventure più o meno futuristiche non rappresentano un semplice divertissement. Ma hanno la pretesa di una riflessione, diciamo parafilosofica, sulla condizione dell'uomo di oggi: e questo L'IMPERO COLPISCE ANCORA accentua proprio il carattere "riflessivo" dell'operazione, quasi che gli autori volessero sottolineare il fatto che il tutto non va preso semplicemente come quello che in termini nostrani si definisce spesso americanata. Lucas ha ideato anche questo secondo film, e lo ha affidato per la regia a Irwin Kershner, un regista di mezza età, che ha girato all'inizio della propria carriera film molto interessanti ma sfortunati commercialmente, (THE HOODLUM PRIEST, A FINE MADNESS, LOVING, ecc.) e che nella seconda parte ha optato per il contrario: con SPYES, IL RITORNO DELL'UOMO CHIAMATO CAVALLO, RAID SU ENTEBBE, ecc. Ne L'IMPERO COLPISCE ANCORA sono sempre presenti alcuni degli attributi che caratterizzavano GUERRE STELLARI. Ricordiamoli brevemente. Un elemento tipico del cinema americano, quello di essere diretto. Se il cinema europeo è fatto di riflessione filosofica, di distacco nell'osservazione, quello americano, generalizzando, è una descrizione della realtà immediata. GUERRE STELLARI era, innanzitutto, il risultato di quel tipo di concezione. Al contrario di 2001: ODISSEA NELLO SPAZIO, opera di meditazione filosofica, di scetticismo nei confronti della tecnica da parte di un cineasta, Kubrick, che è americano solo di passaporto ma imbevuto di cultura europea, GUERRE STELLARI era l'opera di un giovanottone che crede nei robot e nel piacere di filmarli. Con una generosità, una disponibilità mentale che era alla base della riuscita del film. Una specie di gigantesco inno all'Avventura, con una principessa - Biancaneve, due robots Laurel e Hardy, uno scimmione pilota che poteva essere King-Kong o la celebre Bestia di Cocteau. Al tempo stesso poliziesco, western, film di pirati o di suspense, Strizzava l'occhio ai diversi miti cinematografici; era, in definitiva, un omaggio tipicamente americano alla fiaba, al sogno e, perché no, alla poesia.

L'IMPERO COLPISCE ANCORA contiene ancora molte di queste particolarità. Come il primo, inizia in piena azione, proprio come quei "serial", quei fumetti a puntate ai quali s'ispira, riagganciandosi così al finale di STAR WARS: l'incoronazione degli eroi tra gli angeli di cartapesta, tutta costruita per introdurre alla "continuazione".

Dei pregi del primo il film conserva l'humour, e quel dosaggio sapiente fra l'uso dell'attore in carne e ossa ed il robot, il pupazzo. Un uso che rimette in questione costantemente i limiti fra realtà e fantasia, fra gioco e finzione, fra grafismo e tecnica di ripresa fotografica. Un uso che sicuramente Walt Disney avrebbe invidiato. Ma dietro alle similitudini, non è difficile notare anche dei notevoli cambiamenti, forse voluti dal nuovo regista, o forse da Lucas stesso come sviluppo della sua saga. Kershner ha detto che questo secondo episodio doveva essere come il secondo movimento di un'opera musicale, l'adagio. il momento della riflessione, dello sviluppo dei temi, dell'intimità dopo l'esplosione iniziale dei temi. E' in parte vero: qui le psicologie dei singoli personaggi vengono approfondite con cura particolare, qui ci si attarda molto di più sull'iniziazione morale di un eroe che non su una battaglia aerea. L'itinerario "cosmico" dei protagonisti vorrebbe diventare sempre di più interiore, mentale. E sempre meno fisico, esteriore. Gli impedimenti, le prove che i Buoni devono sopportare per vincere i Cattivi diventano sempre di più delle prove morali, mentali, psicologiche.

Una buona parte della critica ha accolto come una maturazione questa evoluzione, ed è possibile che in parte ciò sia vero. Ora gli eroi agiscono con logica e motivazione, e toccano dei temi, fra un giochetto fantascientifico e l'altro che sono molto più vicini alla nostra epoca ed alla nostra società di quello che sembra a prima vista. Però questo approfondimento mi sembra anche andare a scapito di quella che era la straordinaria libertà del primo film, la facilità dell'invenzione, la libertà ed il piacere dell'azione, del nonsenso. In L'IMPERO COLPISCE ANCORA mi sembra esserci un solo momento di poesia, ed è quello incantevole dell'iniziazione di Luke da parte di Yoda, l'animaletto saggio. E qualche bellissima invenzione di animali, a mezza strada fra quelli che conosciamo ed i robot. Per il resto ci sono sempre le battaglie in cielo e le costruzioni mirabolanti: ma sarà forse perché manca ormai il fattore sorpresa, a me pare che ci si annoi pure un po'. Cosa gravissima per un film destinato a battere, come di dovere, i soliti record dì botteghino.


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